Il Trebbo

Chi siamo

Scopri la nostra storia.

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IL TREBBO

Chi siamo

Scopri la nostra storia

Un Trebbo

Trebbo, dal latino trivium: incrocio. Nel dialetto romagnolo “facciamo un trebbo” significa incontriamoci

Noi siamo il punto in cui tre vie, quella dell’autore, quella dell’attore e quella dell’energia vitale del gioco dei bambini, si incontrano.

Ciascuno arriva per strade diverse con le sue storie, i suoi desideri, sogni, bisogni e ci si incontra in un luogo (il teatro) dove scambiare questi messaggi.

Il nostro compito è custodirli, trasmetterli e condividerli.

Fin dalla nostra fondazione, abbiamo voluto fare un trebbo, scambiare con il nostro pubblico teatro, esperienze e conoscenza. Sono spettacoli brevi, il tempo di una lezione, per ragazzi, fatti in orario scolastico. Spettacoli che richiedono la partecipazione di tutti (il nostro pubblico non è spettatore ma partecipante). Non ci sono distinzioni tra attori e spettatori. Ci si muove insieme, è imparare agendo e divertendosi.

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Conosci gli operatori

I nostri operatori sono formati con passione. Conoscono l’importanza dell’esempio che il teatro può dare alle nuove generazioni. Scegliamo di farlo attraverso la scuola, baluardo di democrazia.

I Nostri numeri

50 anni di attività; 30.000 presenze a stagione; 4 repliche quotidiane per 8 mesi all’anno; 20 repliche alla settimana; 400 scuole ogni anno.

I Nostri numeri

Il Trebbo è un’associazione culturale fondata a Cervia nel 1956 da Toni Comello e che si onora al suo esordio della presidenza di Giuseppe Ungaretti

L’attività del Trebbo a Milano inizia negli anni ‘60 e dal 1975, al lavoro di ricerca teatrale, si aggiunge un ambizioso progetto: le “Favole della realtà”, incontri a cavallo tra didattica e spettacolo, rivolti a studenti delle scuole dell’obbligo.

Nella storica sede di Milano nella quale abita il Trebbo dal 1964 in via De Amicis, 17 sono passate sino ad oggi generazioni di studenti.

Gli inizi

Il Trebbo, fondato a Cervia nel 1956 da Toni Comello e Walter Della Monica, inizia la sua attività con i “Comizi Poetici” che porta avanti fino al 1960.

“HO ASSISTITO AD ALCUNI TREBBI, VERI CONSIGLI DI POPOLO” 

Salvatore Quasimodo;


“QUEL TREBBO CHE PER L’IRRUENZA DEL CUORE E LE DELICATEZZE DELL’INGEGNO DI TONI COMELLO FA RISUONARE NELLE PIAZZE LA VOCE DI 1000 ANNI DI TRADIZIONE POETICA ITALIANA” 

Giuseppe Ungaretti;


“IL PIU’ STRAORDINARIO ANACRONISMO DEL SECOLO” 

Giorgio Caproni


 “NELLA SEMPLICITÀ E SOBRIETÀ, NELLA STESSA NUDITÀ E POVERTÀ DEL SUO PALCOSCENICO, SI RICONOSCE UN SEGNO DI NOBILTÀ D’ARTE SERVITA CON AMORE E SACRIFICIO PARI ALLO STUDIO ATTENTO, INTELLIGENTE, INSTANCABILE” 

Riccardo Bacchelli.

 

“QUALE MIRACOLO DIDATTICO QUOTIDIANO” 

Guido Lopez

La cronologia

  • 1961-65: “Documentari teatrali”: “Italia mia”, “Risorgimento e resistenza”, “Era la resistenza”: leggera struttura in giro tra capoluoghi e frazioni.
  • 1965: casa a Milano; si configura in “Centro di lavoro teatrale; testi denudati nella loro potenza: “Ahi serva Italia” (Dante), “Antigone di Alfieri”, “Con atto e con parola” (dal medio-evo a Montale), “La gran baratta” (dal ‘Sirventese dei Lambertazzi e Geremei’):
  • Il Trebbo diventa il teatro “del 68”.
  • 1976: alla normale attività del Trebbo si aggiungono le “Favole della realtà” (che continuano tutt’oggi ad essere rappresentate): spettacoli didattici per la scuola dell’obbligo articolati in Lezioni-gioco-spettacolo, gli spettatori diventano attori: 500 repliche annue:.
  • 1983-1987: ‘Esplorazioni Dantesche’ nella cappella ducale del castello Sforzesco: il viaggio del pensiero e dell’espressione: 
  • “PERSI DI VISTA L’ATTORE E MI TROVAI ALLA PRESENZA DI DANTE” Harold Rogers.
  • 1990-1993: ‘Spettacoli serali’: “Il bosco Nero”, “Sapia”, “La Candida Rosa” (Dante), “L’asino e il cavaliere” (Matazone da Caligano), “La Ginestra” (Leopardi) , “Nella mia bianca stanza”(Dianella Selvatico Estense).
  • 1993: Il Trebbo si ridefinisce in ‘CENTRO DI RESISTENZA CULTURALE’, continua con spettacoli itineranti.
  • 1995: L’attività per le scuole si estende ad altri gruppi: Torino ‘Faber Teater’, Bergamo ‘TTB’, Trieste ‘La fabbrica delle bucce’, Firenze ‘TeatrOsfera’, Roma ‘Mimesi’.
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La cronologia

  • 1961-65: “Documentari teatrali”: “Italia mia”, “Risorgimento e resistenza”, “Era la resistenza”: leggera struttura in giro tra capoluoghi e frazioni.
  • 1965: casa a Milano; si configura in “Centro di lavoro teatrale; testi denudati nella loro potenza: “Ahi serva Italia” (Dante), “Antigone di Alfieri”, “Con atto e con parola” (dal medio-evo a Montale), “La gran baratta” (dal ‘Sirventese dei Lambertazzi e Geremei’):
  • Il Trebbo diventa il teatro “del 68”.
  • 1976: alla normale attività del Trebbo si aggiungono le “Favole della realtà” (che continuano tutt’oggi ad essere rappresentate): spettacoli didattici per la scuola dell’obbligo articolati in Lezioni-gioco-spettacolo, gli spettatori diventano attori: 500 repliche annue:.
  • 1983-1987: ‘Esplorazioni Dantesche’ nella cappella ducale del castello Sforzesco: il viaggio del pensiero e dell’espressione: 
  • “PERSI DI VISTA L’ATTORE E MI TROVAI ALLA PRESENZA DI DANTE” Harold Rogers.
  • 1990-1993: ‘Spettacoli serali’: “Il bosco Nero”, “Sapia”, “La Candida Rosa” (Dante), “L’asino e il cavaliere” (Matazone da Caligano), “La Ginestra” (Leopardi) , “Nella mia bianca stanza”(Dianella Selvatico Estense).
  • 1993: Il Trebbo si ridefinisce in ‘CENTRO DI RESISTENZA CULTURALE’, continua con spettacoli itineranti.
  • 1995: L’attività per le scuole si estende ad altri gruppi: Torino ‘Faber Teater’, Bergamo ‘TTB’, Trieste ‘La fabbrica delle bucce’, Firenze ‘TeatrOsfera’, Roma ‘Mimesi’.
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La cronologia

Dopo la morte del suo fondatore Toni Comello (nostro Maestro) avvenuta nel dicembre del 2007, il Trebbo si concentra sulle “Favole della realtà” come sua principale proposta culturale che si arricchisce negli anni di nuove proposte continuando a ricevere bambini dalle scuole di Milano e Lombardia, sempre attenti alle problematiche sociali, attuando un’azione di inclusione che si traduce nel costo contenuto del biglietto di ingresso, gratuità illimitate su richiesta dell’insegnante portando avanti replica dopo replica l’esempio di generosità, onestà, impegno sociale come realtà indipendente senza, (per scelta) vivere di contributi pubblici, poetica e insegnamenti che Toni ci ha trasmesso.

Dicono di noi

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